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teatro ragazzi

2015/2016
 
 

Progetto Teatro ragazzi

Analisi di contesto

La società di cui facciamo parte dovrebbe essere molto più efficace rispetto alla questione

“autismo” e riabilitazione sociale post detenzione.

“L’autismo per molti studiosi è una grave malattia che colpisce i bambini nella prima infanzia e dura tutta la vita. Esso è caratterizzato da una grande mancanza di considerazione: i bambini autistici non guardano i genitori, i coetanei, o i vicini, non interagiscono con il mondo esterno, si isolano e sono troppo sensibili agli stimoli esterni, sono praticamente fuori dalla società. Anzitutto non dicono nessuna parola, non comunicano e non hanno nulla da esprimere; soddisfano i loro bisogni primari, perché non ne hanno altri, tramite la persona che sta vicino a loro. Inoltre, non sono molto intelligenti, e si rifiutano da imparare qualsiasi cosa venga loro proposta. A livello celebrale, come si può verificare con gli apparati moderni (TAC o EEG), mostrano molti danni in tutte le parti e sono affetti da epilessia”. Tutto questo rientra in un quadro clinico di un bambino appena diagnosticato come autistico, cioè essi non sono capaci di fare nulla per tutta la vita, tocca ai genitori affrontare la realtà. La prognosi è molto limitata come è limitata la visione dell’autismo nella società, che non è una grave malattia, bensì un deficit: deficit di attenzione, deficit sullo sviluppo del linguaggio, deficit nella vita sociale, scarsa integrazione di stimoli esterni. Le persone con questo disturbo sono poco capite e poco conosciute nella società; spesso questo è dovuto alla scarsa informazione, si tende a non volerle notare, ma vi siete mai chiesti perché quel bambino sul bus tocca sempre tutti i sedili ogni volta che sale? O perché quell’adulto tutte le volte che vi vede fa sempre le stesse domande? Cosa pensate quando notate una differenza?

“Il segno di Giotto” vuole rinvigorire oltre al tema dell’autismo, la buonissima idea, all’inizio degli anni '80, di inserire il teatro in carcere, assumendo significati, metodologie e obiettivi nuovi che si consolidarono negli anni. Si pose l’accento sulla pratica teatrale piuttosto che sullo spettacolo, sull’attività laboratoriale e creativa dei detenuti, sulla funzione terapeutica e pedagogica di quest'ultima, in grado di intervenire sugli aspetti relazionali e la cura di sé. Il teatro divenne anche uno strumento importante per far conoscere alla società la realtà del carcere, sia tramite rappresentazioni negli istituti aperte al pubblico, sia con spettacoli di compagnie di detenuti in teatri esterni.

 Il nostro progetto sotto forma di spettacolo teatrale vuole raccontare il momento in cui un

adulto comune incontra un adulto autistico (Umberto, 19 anni), con la differenza che l’adulto comune è un malvivente evaso dal carcere (Giotto, 57anni). Pippo Cangiano ha affidato il ruolo del' evaso a Peppe De Vincentis, attore ed anche autore del libro “Il campo del male”, edito da Tullio Pironti, proprio per dare importanza all'altro scopo tra i motivi citati nel progetto. Peppe De Vincentis, quasi per gioco ha preso a frequentare un corso teatrale e per gioco ha preso in mano una penna; dapprima su uno, poi su dieci, poi su cento e poi ancora cento fogli di carta ha cominciato ad imprimere i propri ricordi, le proprie emozioni e non senza pudore e crudezza i propri errori e, dunque, le speranze per il futuro. E' cominciato tutto come un gioco, in carcere e adesso è diventata una necessità: la necessità di comunicare al mondo e soprattutto al mondo sommerso, quello degli ultimi, dei diseredati la voglia di cambiare strada perché difficilmente, quando si intraprende una china ripida e scoscesa, si potrà ritrovare il giusto verso e non smarrirsi nell'intricata selva dell'errore fatale. Noi condividiamo la sua rifiorita voglia di dimostrare che l'uomo ha infinite possibilità.

Obiettivi
  • Sensibilizzare adulti e ragazzi sulla questione “autismo” attraverso una probabile realtà rappresentata sulle tavole di un palcoscenico.

  • Approfondire l’argomento “malavita” , individuandone i modi per combatterla ed evitarla.

  • Creare momenti di aggregazione sociale e creativa tra le diverse fasce generazionali giovanili con la possibilità di creare momenti di condivisione nel mondo degli adulti.  

  • Incrementare maggiore sensibilità nei confronti di persone affette da handicap.

  • Aumentare il livello di comunicazione interpersonale tra soggetti diversi negli aspetti psicologici, sociali, culturali ed emotivi.  

  • Stimolare la fiducia nei confronti degli altri e della realtà.  

  • Educare i giovani al teatro e allo spettacolo.

  • Il teatro può essere uno strumento di comunicazione su tematiche sociali molto importanti: l'obiettivo è quello di stimolare, informare e incuriosire i ragazzi su problematiche, momenti storici, fatti culturali e sociali di una certa rilevanza che per distanza temporale o poca attinenza alla realtà giovanile risultano a loro distanti o sconosciuti  

  • Il teatro può essere luogo di confronto, di discussione ed elaborazione: l’obiettivo è fare in modo che i ragazzi stimolati dalla visione delle diverse rappresentazioni, possano diventare spettatori attivi, incoraggiati al dialogo e allo scambio di idee

     

     

     

     

     

     

     

     

     

Luoghi di realizzazione

L’Associazione culturale “Circolo Arcas” e “Progetto Buone Idee” propone questo progetto“Il segno di Giotto” scritto e diretto da Pippo Cangiano alle scuole medie inferiori e superiori aventi palco/palestra/aula magna/auditorium o atrio spazioso, che a teatro concordandoci in seguito con le strutture aderenti al progetto. Inoltre l’associazione propone lo spettacolo anche per i penitenziari e soprattutto negli istituti rieducativi in cui crede sia opportuno raggiungere i medesimi obiettivi su citati. Ed infine, ma non per ultimi il progetto è rivolto anche alle associazioni, fondazioni e centri di autismo.

Il Segno di Giotto
spese previste

Le spese del progetto variano in base ai luoghi rappresentazione e consistono in:

  • spese trasporto

  • spese allestimento (da concordare con: scuole/centri/penitenziari/istituti rieducativi aderenti al progetto)

Peppe De Vincentis e Riccardo Citro
Peppe De Vincentis e Riccardo Citro
Peppe De Vincentis
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